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funziona?ok.bisogna innanzitutto distinguere il male di cui l'uomo é responsabile(ammesso il libero arbitrio dal male provocato dagli eventi naturali.
la sofferenza interroga,chiede ragione.Cosa facciamo? ha detto Papa Francesco rivolto a Dio dopo il terremoto del centro Italia.Sembra un modo soft di chiedere:perché?Ma il credente non chiede perché.Davanti a fatti che come questi interrogano la risposta l'ha data Kierkegaard(e altri prima di lui):credo quia absurdum credo perché é assurdo.
È l'unica risposta possibile.Il piano divino per il mondo contiene anche l'assurdo.Il credo é la fede di Abramo disposto a uccidere il figlio per ubbidire al comando di Dio(di cui parla Kierkegaard in Timore e Tremore),di chi accetta il paradosso del Dio sommamente buono che crea un mondo in ui c'è la sofferenza degli innocenti(spunto dlle mie riflessioni)
Nel mondo animale vige la legge della giungla.Il forte uccide il debole per domare la fame.Che dignità ha la gazzella che tenta invano di sfuggire al leone?Le stelle che esplodono o che come il nostro sole si spengono lentamente,la Terra che ogni tanto si dà una scrollata in attesa del prossimo meteorite(sembra che un meteorite ha provocata una tale cataclisma da far sparire i dinosauri)cosa c'é di ammirevole in tutto questo?Questo il disegno intelligente,l'orologio che richiama l'orologiaio?La somma benevolenza,il fine buono,l'armonia del creato di cui parlano Aristotele Spinoza e gli Stoici?
Veniamo al male di cui é responsabile l'uomo
Oppure tutto é conseguenza del peccato originale?L'uomo che vuole essere simile a Dio,disubbidisce,la punizione,la cacciata,la caduta.Ma la gazzella quale é il suo peccato originale?O paga per quello dell'uomo?
La sofferenza degli innocenti(l'orfano che piange per la madre perita nel terremoto)é il prezzo da pagare per il peccato originale?O anche l'innocenza é andata persa nella caduta?Dura da accettare anche per chi crede che il Dio dei cristiani a un certo punto della storia si é incarnato per soccorrere la sua creatura prediletta,quella creata "a sua immagine e somiglianza"per redimerla dal peccato.E prima?E poi perché proprio 2000 anni fa e proprio in Palestina?Già il Popolo Eletto,la Terra Promessa.Perché non gli Eschimesi e la Groenlandia?Difficile da capire.
Acquisita la fede,ambiente cattolico(subito il battesimo se no in caso di decesso é il Limbo)prima o poi non é posibile non farsi queste domande.E allora ci si accorge che la fede non é solo quella acquisita in modo quasi naturale ma é un grande problema un problema molto serio.Impossibile non avvertire un disagio un disorientamento,le certezze vacillano.È il momento in cui o si crede perché é assurdo o si perde quella che credevamo essere la fede.E un bel mattino ci si sveglia agnostici.Ma é un brutto risveglio.Vivere senza le certezze perdute,le preghiere recitate sin da bambino,ma anche la fede vissute,quella che aiuta nei momenti difficili,l'antidoto alla sofferenza di cui parla il Manzoni.Tutto é più complicato e anche qui c'è un prezzo da pagare: anche senza interlocutore rimane l'assurdo della sofferenza degli innocenti,la vita é una lotteria.Inutile chiedere perché perché non ci sono risposte.Il metro con cui ci misuriamo é solo la nostra coscienza e sappiamo quanto é cultura-dipendente.Il famoso "senza Dio tutto é permesso" di Dostoevskj.È una grande sfida ed é ineluttabile.E l'uomo é fragile, poter contare solo sulle proprie forze é un carico forse troppo pesante arrischia di soccombere.
Che dire? ammirare i credenti dalla fede cristallina(ma quanti sono),quelli non sfiorati dal dubbio forse perché quelle domande non se le fanno mai(in ogni caso accettano l'assurdo che chiamano mistero)che riescono a vivere sereni nelle tempeste della vita anche se peccatori incalliti?Che dalle tante confessioni i calli li hanno sulle ginocchia.
Ammirare l'ateo puro e duro a sua volta non sfiorato dal dubbio perché soddisfatto dalle risposte della ragione che per lui sono certezze?Posizione scomoda quella dell'agnostico,il vero non credente,sufficientemente scettico da rifiutare qualsiasi dogma(la sua certezza è il sapere di non sapere)che percorre il suo cammino alla ricerca di risposte che forse non arriveranno mai

Da bernardino damonti (non verificato)

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