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Essere scelto da Dio, l’esempio di Paolo

Si può essere scelti da Dio fin da prima della nascita ma continuare a vivere nel peccato e a comportarsi male, non sapendo di essere l’eletto di Dio.

Abbiamo a tale scopo l’esempio di Paolo il quale perseguitava e devastava con zelo la chiesa di Colui che lo aveva già scelto, non sapendo di essere scelto da Dio e non avendo accettato il sacrificio di Gesù.

Galati 1:13-14 Infatti voi avete udito quale sia stata la mia condotta nel passato, quand'ero nel giudaismo; come perseguitavo a oltranza la chiesa di Dio, e la devastavo; e mi distinguevo nel giudaismo più di molti coetanei tra i miei connazionali, perché ero estremamente zelante nelle tradizioni dei miei padri.

 

Paolo era scelto da Dio sin dal seno materno ma non lo sapeva e si è comportato male fino al momento in cui Dio ha deciso di rivelarsi a lui.

Galati 1:15-16 Ma Dio che m'aveva prescelto fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato mediante la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché io lo annunciassi fra gli stranieri.

Dio lo aveva scelto sin dal principio ed aveva pure stabilito il momento nel quale si sarebbe manifestato: Paolo non ha potuto fare niente per andare contro la volontà di Dio: era prescelto da Dio per una missione particolare: annunciare un nuovo vangelo, non imparato da un uomo ma ricevuto per rivelazione:

Galati 1:11-12 Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunciato non è opera d'uomo; perché io stesso non l'ho ricevuto né l'ho imparato da un uomo, ma l'ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo.

 

Saremo tutti d’accordo nell’affermare che Paolo è stato salvato e che si trova ora nel cielo con il Signore Gesù Cristo ma potremmo pure chiederci: da quale momento è stato salvato? Dal momento in cui ha iniziato a seguire Gesù oppure anche prima, quando perseguitava questo stesso Gesù?

Atti 22:7-8 Caddi a terra e udii una voce che mi disse: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?" Io risposi: "Chi sei, Signore?" Ed egli mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti".

 

Paolo afferma essere stato prescelto sin dal seno materno, dunque prima della nascita.

Logicamente si può pensare che non era salvato quando perseguitava Gesù ma è pure  facile comprendere da questi passi che, qualunque cosa di male egli abbia fatto, Dio sapeva già in anticipo che a un certo momento egli sarebbe stato salvato.

Potremmo parlare qui di prescienza di Dio, cioè del fatto che Egli conosca ogni cosa in anticipo, ma nella realtà non si parla di prescienza ma bene di scelta di Dio.

Il Signore stesso dice ad Anania che Paolo è un Suo strumento per una missione particolare:

Atti 9:15-16 Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è uno strumento che ho scelto per portare il mio nome davanti ai popoli, ai re, e ai figli d'Israele; perché io gli mostrerò quanto debba soffrire per il mio nome».

 

Non si parla qui della scelta di Paolo, di un suo pentimento ma si parla sempre della scelta di Dio: Gli toglie la vista, e poi obbliga qualcuno a ridargli la vista, a riempirlo di Spirito Santo e a battezzarlo.

Atti 9:17-18 Allora Anania andò, entrò in quella casa, gli impose le mani e disse: «Fratello Saulo, il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada per la quale venivi, mi ha mandato perché tu riacquisti la vista e sia riempito di Spirito Santo». In quell'istante gli caddero dagli occhi come delle squame, e ricuperò la vista; poi, alzatosi, fu battezzato.

Ciò che avviene non è condizionato dal pentimento e dalla scelta di Paolo ma bensì dall’imposizione delle mani di Anania.

Personalmente penso che Paolo abbia passato tempo in preghiera, che abbia fatto una scelta durante il suo periodo di cecità ma non è questo il messaggio che ci viene dato: l’accento è quello di una scelta di Dio e di uomini che ubbidiscono poi per compiere le missioni affidate.

Considerando che la presentazione di quest’evento è ispirata da Dio dobbiamo prestare attenzione al fatto che Egli non ci ha presentato la scelta di un uomo ma ha presentato sempre la volontà di Dio che non lascia libertà all’uomo.

 

Se dunque Paolo era scelto da Dio già prima dalla nascita, ciò significa che, qualunque cosa di male egli abbia fatto sulla terra, egli aveva una protezione speciale fino al momento in cui Dio si sarebbe rivelato a lui e che niente gli sarebbe accaduto che Dio non avesse permesso: per esempio non avrebbe potuto morire in un incidente e andare all’inferno perché questa non era la volontà di Dio.

Sulla terra dunque, qualunque sia la scelta dell’uomo, anche se essa sia contraria alla volontà di Dio, egli rimarrà sempre in qualcosa che è stato stabilito in anticipo da Dio.

L’unica cosa che può accadere all’uomo, sulla terra, è la conseguenza delle sue scelte, una conseguenza che non concerne la vita futura ma bensì la vita terrena: sofferenze, persecuzioni, malattie, ecc.

Se un uomo è destinato a vivere 100 anni, il nemico non potrà fare nulla per togliergli la vita prima che abbia fatto la scelta di essere salvato o prima che Dio lo abbia deciso.

Però nello stesso tempo quest’uomo può fare scelte sbagliate, prendere rischi e passare la sua vita all’ospedale o in una sedia, come invalido.

 

Non c’è un fatalismo riguardo la male ma c’è una certezza riguardo alla vita e alla salvezza.

Comunque dall’esempio di Paolo notiamo che non è stato nemmeno lui a fare la scelta di seguire Gesù ma è Dio che lo ha stabilito e che ne ha stabilito il momento.

Inoltre notiamo che Paolo non associa la scelta di Dio alla salvezza ma piuttosto a una missione da compiere

Galati 1:15-16 Ma Dio che m'aveva prescelto fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato mediante la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché io lo annunciassi fra gli stranieri.

 

Molti associano la prescelta di Dio a una fatalità: certi saranno salvati e certi saranno perduti.

Ora Paolo ci dà un esempio completamente diverso: egli aveva la consapevolezza di essere scelto da Dio ma si è comportato con impegno e a fatica per compiere la missione per la quale era stato scelto:

Filippesi 3:7-8 Ma ciò che per me era un guadagno, l'ho considerato come un danno, a causa di … Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo

Filippesi 3:10-14 Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, 11 per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti. 12 Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. 13 Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, 14 corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.

Paolo era salvato ma continuava ad correre per qualcosa: la sua salvezza…

Egli stesso ci spiega perché: non è la morte di Gesù che salva ma la Sua vita in noi; la morte di Gesù non fa altro ché riconciliare l’uomo.

Romani 5:9-10 Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira. 10 Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.

 

L’uomo non è vittima del destino, può cambiare le circostanze della sua vita con le sue decisioni ma Dio decide per tutto ciò che riguarda il Suo progetto.

Il diavolo non può fare niente contro la volontà di Dio, può solo portare delle più grandi o più lunghe sofferenze all’uomo che si ribella a Dio.

Lo stesso vale per l’uomo: la volontà di Dio si compirà qualunque cosa egli faccia ma l’uomo dovrà subire le conseguenze per ogni sua disubbidienza.

Colui che è salvato e non riveste Cristo non sarà protetto nel suo cammino di fede, non potrà manifestare i segni che dovrebbero accompagnare colui che crede ma ciò non impedisce che andrà in cielo alla sua morte.

Romani 13:12-14 La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri.

 

Per comprendere queste realtà dobbiamo ragionare con la mentalità del tempo di Gesù: un padre non era soltanto amore nei confronti dei suoi figli ma imponeva loro delle cose e li destinava a una certa vita. Colui che rifiutava si attirava il rigetto e sofferenze nella sua vita.

Allo stesso modo Dio ha deciso chi debba essere salvato e non condannerà nessuno alla morte o non permetterà che la morte lo colpisca prima che il tempo stabilito sia venuto.

Perché certe persone scampano miracolosamente alla morte tante volte e non camminano con Dio? Perché Dio da loro, ancora e ancora, la possibilità di ravvedersi.

Può essere che queste persone si ravvedranno all’ultimo istante ma avranno come salario lo stesso di colui che ha faticato tutta la vita nel seguire Gesù: così Gesù stesso spiega il regno dei cieli nella parabola degli operai dell’ultima ora (Matteo 20:1-16).

Non c’è nessuna ingiustizia in Dio e non sta a noi giudicare.

Matteo 20:15-16 Non mi è lecito fare del mio ciò che voglio? O vedi tu di mal occhio che io sia buono?" Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi».

 

L’invito datoci nelle Scritture è quello di cercare, senza stancarsi: tutti devono farlo, nessuno può rimanere nell’attesa della salvezza gratuita perché pensa che è destinato a questo:

Luca 11:9 Io altresì vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto.

 

La ricerca della salvezza e della missione voluta da Dio concerne tutti, quindi tutti devono considerarsi come scelti da Dio per una missione e per la loro salvezza: anche Paolo, che era già salvato secondo i nostri criteri, corre per “cercare di afferrare ciò per cui era già stato afferrato da Cristo Gesù”.

Filippesi 3:10-14 Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, 11 per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti. 12 Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. 13 Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, 14 corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.

 

Colui dunque che ha avuto a un certo momento la certezza di essere scelto da Dio deve comunque continuare a correre verso la mèta che gli è stata destinata. Il premio non lo si ottiene tramite il sacrificio di Gesù alla croce ma tramite le nostre opere su questa terra.

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